Fondazione
Regina del Castello
LA REGINA DEL CASTELLO DI OLIVETO CITRA
Oliveto Citra 24 maggio 1985. Durante i festeggiamenti per il patrono San Macario Abate, dodici ragazzi giocavano nella piazzetta del Castello Normanno, dove si erano recati “dopo aver visto una stella cadente che si dirigeva verso il castello”. I ragazzi sentirono il pianto di un bambino proveniente dal di là del cancello con grande stupore e ammirazione videro una giovane e bellissima donna con un bambino tra le braccia. Sorridente, li invito’ a non fuggire e a non aver paura.
I ragazzi, presi dallo sgomento, fuggirono dirigendosi nel vicino bar, in piazza, dove raccontarono concitatamente l’accaduto. Ascoltò i fatti, molto scetticamente, l’inserviente Anita Rio la quale, a quelle affermazioni, proferì: “Ma và, proprio questi vedevano la Madonna”, ma poi, presa sia dall’insorgente dubbio che dalla curiosità, si recò al cancello dove, tra i tanti curiosi ivi richiamati dalla notizia, vide proprio la Santa Vergine che le disse: “Tu mi vedrai sempre di notte”
L’apparizione venne descritta come una donna giovanissima vestita di bianco, con il manto celeste con filettatura d’oro e una cintura gialla, una corona di stelle intorno al capo e i piedi poggiati su delle nubi, mentre reggeva sul braccio destro il bambino con una corona del rosario.
La notte seguente al 24 maggio la Madonna è nuovamente apparsa ad Anita. La veggente con fare curioso chiese perché era stata scelta, e la Madonna con dolcezza rispose “non ho scelto solo te, perché mi vedranno in molti, ma resteranno solo quelli che avranno il coraggio di credere”.
Da quella sera comincerà una lunga serie di visioni per la giovane e per altri veggenti (Bacco Umberto, Donato Bracigliano, Rosaria Giglio, Angela Abbate, Umberto Gagliardi, Carmine Acquaviva).
La notizia varcò addirittura l’oceano arrivando a Chicago, in Canada, in Australia, in Argentina, inviata dai parenti olivetani ai familiari emigrati nel nuovo continente, tanto più che tra i ragazzini primi veggenti c’erano due gemelli italo-americano, i fratelli Dino e Carmine.
La Vergine, negli anni si è manifestata anche attraverso fenomeni straordinari, come la presenza di una nuvola rosa che avrebbe cominciato a roteare intorno al castello e alla vista di centinaia di fedeli proprio come sarebbe stato annunciato precedentemente ai presunti veggenti, in segno della sua presenza. Da menzionare il profumo indescrivibile che avvolge il luogo sacro, la cui fonte non si è riuscita ad individuare. Non si contano le persone che hanno fatto gioiosa esperienza di questo misterioso profumo, sia davanti al cancello delle apparizioni, sia lungo il viaggio di andata o ritorno in occasione di pellegrinaggio.
PERCHÈ REGINA DEL CASTELLO?
Alla domanda che, qualche tempo dopo l’inizio delle apparizioni, una veggente a tal proposito aveva rivolto alla Santa Vergine, la stessa aveva risposto: “Io sono l’Immacolata Vergine, Madre di Gesù”, specificando ancora “La Madonna del Castello”. Da quel momento questo paese, coricato sulla collina tappezzata dagli argentei ulivi che gli danno il nome, come “ribalta” sullo stupendo scenario della Valle del Sele, è divenuto, senza timore di esagerato campanilismo, la ribalta dell’Italia cristiana
FATTI STRAORDINARI
Fatti straordinari, come i profumi: non si contano i devoti che, nel salire le scale, vengono investiti da meravigliose folate di aria profumata di fiori o di incenso, apparendo subito chiaro ai presenti che non si tratta di odori usuali, ma di natura diversa, non definita, anche perché tantissime volte sono stati avvertiti anche in pieno inverno, quando di fioritura non c’è traccia o, per l’incenso, specialmente a tarda sera, quando la vicina chiesa è ormai chiusa già da ore; come i segni nel cielo e nel sole: alcuni giorni prima del 20 luglio 1985, si era diffusa la voce che la Madonna in quella giornata avrebbe dato un segno. In serata oltre duemila persone affollavano la piazzetta nell’attesa dell’evento e tutti hanno raccontato di aver visto, intorno alle 23,00, una nube volteggiare sopra il castello, prima sbiadita e poi man mano colorarsi di rosso sotto i riflettori dell’illuminazione pubblica mentre, da un veggente presente al cancello, arrivava il messaggio: “Questa nube l’ho mandata io come primo segno”.