ARTICOLO GENNAIO – GIUGNO 2018

MARIA : IMMACOLATA E REGINA
Per avvicinarci sempre più alla Vergine Maria, nostra Madre, dobbiamo tener presente tre cose: Credere,
imitare e confidare. Credere all’ Immacolata Concezione e alla sua grande missione di Madre; credere alla divina maternità e alla sua illibata verginità; credere alla sua Assunzione in cielo come Regina, mediatrice di ogni grazia e Madre nostra piena di misericordia. Imitare le sue virtù e la sua vita, imitare la sua umiltà, la sua purezza,la sua pazienza, la sua carità, la sua fede, la sua fortezza. Confidare nella sua materna bontà, confidare nella sua premura, perchè consolatrice degli afflitti,
madre del buon consiglio, salute degli infermi; confidare nel suo immenso potere, perchè è il terrore del
demonio. Cari amici, il popolo cristiano ha sempre creduto, anche nei secoli passati, che Colei dalla quale
naque il Figlio dell’Altissimo ricevette singolarissimi privilegi rispetto a tutte le altre creature di Dio;
considerando poi l’intimo legame che unisce Madre e Figlio si comprende con facilità come già gli antichi
scrittori della Chiesa, avvalendosi delle parole dell’Arcangelo Gabriele, che predisse il regno eterno del
Figlio di Maria e di quelle di Elisabetta che si inchinò davanti a lei chiamandola Madre del mio Signore,
abbiano attribuito alla Madre di Dio una regale preminenza su tutto l’universo. La Maternità spirituale,
come la Regalità della SS. Vergine è la conseguenza logica del suo ruolo sia nell’Incarnazione che nella
Redenzione. La Vergine Madre primeggia per la sua dignità regale come Madre di Dio, esaltata ai regni
celesti al di sopra dei Cori angelici e primeggia come Madre che arde d’amore per gli uomini.
Avviciniamoci, amici, con fiducia al trono di grazia e di misericordia della Regina e Madre nostra. Lei è il
nostro conforto nel dolore e nel pianto, il soccorso nelle avversità, la luce nelle tenebre. Solo imitando le
sue virtù potremo liberarci dalla schiavitù del peccato: la potente Regina, l’Immacolata, sa sconfiggere il
demonio con il suo piede verginale e sa donare pace e salvezza a chi si affida a Lei con fiducia. Lei è l’arco
splendente che abbraccia cielo e terra, in Lei è riposta la grande speranza che sorga una nuova era, allietata
dalla pace cristiana e dal trionfo della religione. Dante nel canto XXXIII° del Paradiso, per bocca di San

Bernardo, dice: <<…ancor ti prego, Regina che puoi ciò che tu vuoli>>. Lodiamo Maria , l’Immacolata
Concezione, con sentimenti di devozione noi tutti che ci gloriamo del nome di cristiani.
“Anna”

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA

I messaggi della “Regina del Castello”all’inizio del 2018 parlano della Penitenza, della necessità
che ne abbiamo e della fiducia con la quale dobbiamo accostarci in quanto sorgente inesauribile di
grazie. Il 3 febbraio dice: “……….desidero avvolgervi con il mio manto e condurvi tutti verso la via
della conversione. Pregate, figliuoli miei, perchè solo attraverso la preghiera e il sacramento della
Penitenza conoscerete la vera via della salvezza. L’amore di mio Figlio cancellerà tutto il male che
si è accumulato nei vostri cuori e la verità vi renderà testimoni fedeli della Parola”.
Cari lettori, non dimentichiamo con quale fango siamo stati impastati, di ciò che il peccato
originale ha lasciato in noi: il buio. Il Signore, per amore, ha nascosto i lumi e le forze divine nei
Sacramenti. Noi siamo deboli per natura, esposti a tentazioni, a colpe che possono turbare la
purezza della nostra anima e Dio, che conosce il nostro cuore, sa che non possiamo sfuggire alle
miserie e alle debolezze umane ed ecco il soccorso onnipotente per la nostra purificazione
interiore: i Sacramenti! Gesù Cristo ha compiuto la Redenzione, ma essa arriva alle nostre anime
per mezzo dei Sacramenti e la Penitenza è il canale per cui il sangue di Gesù passa alla nostra
anima e non vi è cosa più santa o più utile per la salvezza del genere umano. Cari amici, il prezzo
dei Sacramenti lo si conosce meglio se lo consideriamo in noi stessi come vasi preziosi nei quali si
racchiudono il Sangue e i meriti di Gesù Cristo. Egli ci comunica la propria vita e le proprie virtù. La
Confessione, come diceva sempre Don Peppino, mio padre spirituale, è come il crogiuolo per
l’incessante restaurazione della nostra anima e se ci disponiamo a togliere le affezioni disordinate
e trovare la volontà di Dio intorno alla nostra vita, essa trae la nostra anima dal livello più basso
della colpa a quello più alto della perfezione. Il demonio, lo sappiamo bene, ispira le nostre anime
a commettere peccato e poi suscita in noi vergona, rossore , orgoglio che sono la causa di
confessioni sacrileghe perchè ci inducono a tacere i peccati mortali più frequenti. S. Agostino
diceva: <<Tu sarai dannato tacendo, mentre potresti liberarti confessandoti>>. Spesso mi
domando, amici: quando ci accostiamo alla Confessione lo facciamo con fede? Crediamo
veramente all’efficacia di questo Sacramento considerandolo l’unica ” tavola” di salvezza? Il Figlio
di Dio, non lo dimentichiamo, è venuto a salvarci, a rimettere i peccati commessi dopo il
Battesimo. Egli, nell’eccesso della Sua bontà ci ha ridonato la vita, rinascendo nell’acqua e nello
Spirito Santo. Ecco perchè la Confessione è una virtù preziosa e necessaria: essa deve essere per
noi un continuo rinnovamento, una continua conversione, una continua risurrezione. E’ questo,
cari amici, che permette alla nostra mente un cambiamento di pensieri e la volontà di lasciare ciò

che prima di sbagliato abbiamo fatto, riconoscendo la nostra fragilità, i nostri peccati, i nostri
moltissimi difetti e cercare Dio, a cui prima abbiamo voltato le spalle. Egli non << rigetta il cuore
contrito ed umiliato>> (Sal. 50,19); se ci esaminiamo spesso prima di confessarci conosceremo
bene le occasioni, i mezzi, le tentazioni, divenendo così più saggi, più prudenti per il futuro. S.
agostino diceva: <<Innanzi aTe, Signore, portiamo le nostre colpe e le piaghe aperte. Se pensiamo
al male fatto è molto meno quello che soffriamo, è molto maggiore ciò che meritiamo>>.

E’ TEMPO DI PENITENZA E’ TEMPO DI CONVERSIONE
Il 3 marzo, primo sabato del mese, la Vergine Maria ci invita a guardare i segni dei tempi:
“…….,guardate quante catastrofi avvengono nel mondo! Penitenza, figliuoli, Penitenza……”; e
ancora il 17 marzo : “……..Figliuoli, sono molto triste perchè molti di voi non coltivano più la
Penitenza, ma fanno fiorire il male nel loro cuore. ……”. La “Regina del Castello” chiede
ripetutamente preghiera e conversione per i pericoli che incombono sull’umanità, ma noi non Le
crediamo. Essa ci parla delle necessità di cambiare il nostro modo di vivere obbedendo soprattutto
alle leggi di Dio e noi stoltamente non sappiamo riconoscere nelle sue parole la verità. Nostro
Signore Gesù Cristo, piangendo, ha detto : “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i Profeti e
scacci quelli che ti sono inviati”(Mt.,XXIII,37). Anche noi oggi, come Gerusalemme, non ascoltiamo
il lamento che ci viene da Gesù attraverso le labbra di Maria. Mi chiedo in che modo, se non
abbandoniamo il peccato, se non facciamo penitenza e con le lacrime, mostrando il dolore e la
tristezza che nasce dalla consapevolezza dell’offesa fatta a Dio, possiamo sperare il perdono? No,
amici, la Sua santità non permette che si unisca a Lui colui che si è macchiato ed ha trasgredito la
legge divina con i pensieri, con le parole e le opere. Egli ripugna il peccato e se, con questo santo
timore che abbiamo nel cuore, non incominciamo ad odiare quello che finora abbiamo amato
iniziando ad amare quello che finora abbiamo odiato, non arriveremo alla pienezza, ottenendo
solo per noi la perdita del Paradiso in cambio del piacere di un istante. Solo restituirendoGli la
gloria del Suo Nome, placheremo lo sdegno e l’ira per la crudele e vergognosa ingratitudine dei
benefici ricevuti. Il libro dell’Apocalisse al cap. 2,5 recita queste parole: <<Ricordati dunque da
quale altezza sei e fai penitenza, e torna ad operare come prima, altrimenti se non ti ravvedi, verrò
da te e porrò dal tuo posto il tuo candelabro>>. Dio, amici,con queste parole non vuole
spaventarci, ma solo indurci oggi, per mezzo dei sacramenti, a riflettere, farci allontanare dai
bagordi del mondo per ritrovare la fede perduta, consentendoci di espiare i nostri peccati con
sincera penitenza. A questo proposito ricordo l’ episodio di quell’incredulo che si presentò al
santo Curato d’Ars per discutere con lui su alcuni punti di fede a cui non credeva. Il santo Curato lo
esortò prima a confessarsi, ma l’uomo resisteva col pretesto che gli mancava la fede. Alle
insistenze del santo, quella persona si arrese e si confessò. Alzatosi per andare via, il Curato gli
disse: << Volete adesso che discutiamo?>>, <<Non occorre>> rispose l’uomo, <<ora vedo e
credo>>. La grazia del Signore gli aveva ridonato la vista e con la vita la pace, il perdono e la
salvezza. Amici il Divin Maestro dice: << Si fa in cielo più festa per un peccatore convertito che non
per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza>> ( Lc. 14,7).

“Anna”

LA QUARESIMA E’ MEMORIA

La mente è il libro della nostra memoria e la memoria ha la facoltà di dimenticare, non ritiene
nulla, nulla del passato, nulla del presente, nulla dell’avvenire. Don Peppino diceva: “Signora, noi
non viviamo mai, speriamo solo di vivere ed ogni “oggi” passa pensando al domani e domani
penseremo, faremo e saremo come oggi, perchè il nostro pensiero è il più delle volte assente”.
Amici cari, nel ricordo di questo santo Sacerdote, fissiamo per un attimo lo sgurdo sul nostro
presente, apriamo la pagina della nostra memoria ….Tu sei polvere…… Ecco il nostro trionfo, il
nostro orgoglio, il nostro avvenire! Un tempo eravamo polvere, oggi siamo polvere, domani
saremo ancora polvere. Mi domando, amici: possiamo ora strappare questa pagina e vivere senza
pensarci? Lo possiamo? Il peggio è che possiamo perchè abbiamo chiuso il “libro”, abbiamo
gettato la chiave, abbiamo dato il peso sbagliato al “Tu sei polvere” girando lo sguardo per non
vedere che l’ago della bilancia pende dall’altra parte. La superbia e l’orgoglio ci hanno fatto
credere di essere importanti, stimati e rispettati, ma siamo solo pieni di vanità, preoccupati di
curare il nostro aspetto, senza accorgerci che stiamo curando il nostro cadavere. La luce, amici,
vita della nostra anima, si è spenta. La cecità del nostro spirito è stata ed è una sventura
immensamente più funesta di quella fisica, perchè c’impedisce di vedere, di comprendere e quindi
anche di volere ciò che più interessa alla nostra vita spirituale, tanto da toglierci la giusta visione
delle cose. Siamo giunti perfino a chiamare “bene” quello che è male e “male” quello che è bene;
“vero” quello che è falso e “falso” quello che è vero, a prendere, come dice Isaia ( V, 20) <<le
tenebre in luogo delle luce>>, dimenticando che veniamo della terra e che alla terra ritorneremo.
Cari amici lettori, la nostra Quaresima deve essere perciò un periodo di lotta contro il peccato,
contro satana, un ritiro dal mondo e nel silenzio, nelle lacrime, nella preghiera, lacerare il nostro
cuore chiedendo al Signore Dio nostro il perdono. Come dicevo innanzi, la Quaresima è memoria e
deve essere vissuta contemplando nella lode l’opera meravigliosa di Dio per la nostra salvezza,
quello che Egli ha fatto e quanto ci chiede per portare a termine il Suo piano d’amore e di
misericordia attraverso il Cuore Immacolato di Maria presente in questa terra benedetta.
Ricordiamo che le vie del Signore sono verità e grazia: lasciamo le cose presenti e crediamo in
quelle future. Abbiamo già trascorso tanto tempo affaticandoci invano per il mondo.
Convertiamoci e crediamo al Vangelo, mostriamo, con la pratica dell’ascesi, la forza del nostro
cuore, purifichiamo con i sacramenti la nostra anima per ricevere più abbondantemente la grazia.
Il Signore, amici, nella Sua infinita misericordia, come dice Pascal: <<… si unisce alla nostra anima,
la riempie di umiltà, di gioia, di fiducia e di amore tanto da renderci incapaci di avere altri fini
all’infuori di Lui>>. Lo so, sono parole forti, illuminanti, ma anche sconvolgenti. Lui ci ha dato la vita
del tempo dopo il nostro peccato e non ci ha abbandonati. Cristo è morto per i nostri peccati, per
ricondurci a Dio e la meta di questo ritorno è la vita eterna. Buona Quaresima!
Anna

E’ TEMPO DI VERITA’, E’ TEMPO DI FEDE
Cari lettori, guardandomi intorno, osservo che un male “anonimo” ha colpito l’umanità e nonostante
l’insopprimibile voglia di vivere, vedo trionfare spettri di violenze, d’ingiustizie, di morte. In mezzo a questo
marasma mi viene spontaneo rivolgere al Signore la mia richesta di aiuto, proprio come fecero gli apostoli
sul mare in tempesta: << Signore, salvaci, perchè stiamo affondando! >>. La Regina del Castello, in un
messaggio dei primi anni della sua presenza in questa terra di Oliveto, disse:<< ……..L’Italia sarà colpita
nella cosa che le sta più a cuore e che persegue con grande interesse: l’economia>>. L’immoralità sociale e
politica, amici, moltiplica sempre più le spinte alla prevaricazione, non solo per il deteriorarsi dei costumi,
ma per un modo di pensare che porta a giustificare ogni sopruso, rimanendo difficile ritrovare qualcosa di
integro e di compatibile con la morale. E’ pur vero che le prevaricazioni hanno da sempre accompagnato la
storia dell’umanità, ma qui si tratta di una vera irruzione del male che sta corrodendo famiglie, istituzioni e
partiti politici. S. Agostino ha descritto in termini drammatici la condizione dell’umanità: << … giaceva nel
male, si arrotolava nel male e di male in male precipitava la massa dannata degli uomini>>. Il male
“anonimo”, amici, è possibile riconoscerlo nella propaganda che induce a bisogni artificiali, che sceglie i
consumi e li impone con arte suggestiva e martellante alle famiglie; nella politica “democratica” che invece
di utilizzare le intelligenze, crea confusioni e legittima valori insostenibili, invece di guardare le persone che
continuano a soffrire nell’indifferenza dei politici e dei pubblici amministratori che, invece, li additano e li
condannano come evasori fiscali mentre per costoro c’è l’esigenza di non morire di fame. La “moderna”
economia, che dovrebbe produrre il benessere, genera invece continui malesseri sociali poichè è dominata
dalla legge ferrea del profitto che si trasforma in una cellula cancerogena capace di corrodere l’intero
sistema sociale ed a cui, purtroppo, i partiti, nel loro insieme, spesso scollegati dalla “realtà sociale”,
reggono il gioco. Cari lettori, essi sono diventati bravi a vendere a caro prezzo l’illusione di una ripresa
economica! La realtà è un’altra: gli indici di crescita, che periodicamente vengono pubblicati dagli Enti
preposti, sconnessi dalla realtà imprenditoriale ed economica, come pure i movimenti della pace contro la
guerra, che appaiono sempre più asserviti a bassi calcoli economici e politici, finiscono col generare nuovi
disordini e nuove lacerazioni sociali. Bisogna cancellare tante etichette cristiane che cristiane non sono,
tante iniziative, che fatte in nome della fede e dell’amore, servono solo a mammona, da tante istituzioni
che, nate in nome della carità, ora si ritrovano senza cuore e senza un palpito di amore. Si parla tanto del
rispetto della persona umana e del valore delle leggi, ma alla luce della odierna situazione possiamo
chiederci: la persona umana è effettivamente tutelata e rispettata? Le leggi sono veramente osservate e
ben applicate? Continuamente si affermano i diritti inalienabili dell’uomo: ma c’è effettivamente chi li
rispetta? Mai si è parlato tanto della giustizia come oggi, ma mai si è avuta, come oggi, una diffusione su
larga scala di ingiustizie, a partire dai Tribunali, tante volte asservita ai padroni di turno. Come si fa a
chiudere gli occhi dinanzi a tali mostruose ingiustizie, dinanzi a tanta freddezza con cui si sopprimono le vite
umane, dinanzi alla noncuranza con cui le istituzioni rispondono alle esigenze fondamentali delle comunità.
Ormai non si può più negare l’evidenza, la politica sociale ed economica è diventata “arte”, l’arte per curare

e assicurare i propri interessi ed i mezzi di comunicazione sociale i prepotenti veicoli di potere e di
impostazioni di idee. Nessun uomo è stato chiamato a costruire il suo “potere”, il suo “regno” sulla
sofferenza delle comunità. Egli è stato chiamato a costruire ciò che dovrebbe consentire ad ogni fratello
quelle condizioni sociali ed economiche necessarie per lo sviluppo integrale della propria persona. Devo
dire anche che, quello che oggi mi spaventa di più, cari amici, è che anche noi cristiani ci siamo abituati a
convivere con il male. Abbiamo perduto la forza di gridare e di disapprovare, la capacità di andare contro
corrente perchè abbiamo perso di vista quello che Gesù dice nel Vangelo: << Operate in modo che gli
uomini vedano le vostre opere buone e diano gloria al Padre che è nei cieli>>. La Regina del Castello, è stata
mandata da Dio sulla terra a chiedere preghiere, a ricordarci che il tempo presente è tempo di salvezza e
può essere vissuto come tempo di ravvedimento e di conversione, di ritorno ai valori morali e di riscoperta,
di verità e di fede. Ricordiamolo sempre: nella fede non ci sono separazioni, disuguaglianze o ingiustizie,
perchè costruire il Regno non è costruire il “regno” socio-economico, ma costruire l’umanità, esaltare la
libertà e la forza liberante della fede. L’apostolo S. Giovanni ci ricorda: << la vittoria che vince il mondo è
proprio la nostra fede>>. L’umanità, esaltare la libertà, la forza liberante della fede e consolidare la
responsabilità di ogni uomo difronte a Dio. Don Mazzolari scrive: << La mia fede è mia e di tutti coloro per i
quali il Signore c’è l’ha data. Essi hanno diritto su questo deposito che appartiena a me come a loro
appartiene a noi come a loro e tutti vi possono attingere>>. Noi cristiani dobbiamo gridare con la vita il
nostro credo come sfida a tante violenze, a tanta follia, a tanto odio che imperversa su tutte le strade del
mondo, e ci dobbiamo accorgere che esso, invece, è prono dinanzi all’ “anonimo” male. San Pietro ci
dice:<<Voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo acquisito, per
annunciare le grandezze di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce ammirabile>>. Preghiamo,
amici, preghiamo con il cuore come ci chiede la Regina del Castello, per la salvezza del mondo.
Anna

PREGHIERA ALLA REGINA DEL CASTELLO
In te Madre Santa ripongo ogni mia fiducia,
Tu sola conosci gli affanni del mio cuore.
Vergine del silenzio, insegnami l’ascolto della Parola di Dio;
a Te mi abbandono con tutto il mio cuore,
affinchè io sia esaudito
compiendo la volontà del Padre.
Regina del Castello, benedici tutti,
prega per la pace nel mondo,
fa che anche io un giorno
possa venire a lodarTi e ringraziarTi.
Amen
Silvio da Molfetta


LA PREGHIERA DEL SANTO ROSARIO

La Regina del Castello, fin dalla sua prima apparizione, ci ha indicato un’arma semplice ed efficace
per la salvezza dell’umanità: il Santo Rosario. Cari amici lettori, possiamo arguire dai pensieri dei
così detti “sapienti”, penso lo abbiate sentito anche voi, che il Rosario è solamente per i “semplici”
e per le famiglie popolane. Io credo, invece, che questo pio rito racchiuda tesori nascosti che ci
aiutano a compiere un dovere sacro, quello di santificare il giorno del Signore, riconoscendoci
redenti dal sangue del Figlio di Dio, destinati ad immergerci nel mare della gloria di Dio. I
“sapienti” dovrebbero sapere che il Rosario ci fornisce il modo di contemplare Dio Creatore che ha
formato l’umanità del Verbo in Maria, ci fa contemplare il Creatore che si rende creatura, simile a
noi nella carne, che nasce e vive in mezzo a noi ci fa contemplare il Dio Redentore che mesto,
solcato di lividi cadente sotto il patibolo, crocifisso, ha espiato i nostri peccati. Ecco, amici, come il
Rosario ci fa comprendere il prezzo del nostro riscatto, con il sangue di Dio, con la croce sulla quale
Gesù ha vinto Satana e come dall’obbrobio del Calvario sia nata la nostra gloria e dalla morte sia
nata la nostra vita. Il Rosario, amici, ci fa pregare il Padre celeste per diffondere la conoscenza
della Sua maestà, del Suo nome, del Suo amore per l’umanità; ci fa pregare la Vergine Maria che ci
aiuti a conseguire la grazia per raggiungere Dio; ci fa inneggiare la Trinità, la cui increata essenza si
specchia tutta nel Verbo. Questo è il tesoro del Santo Rosario: la Domenica, frutto della preghiera
che splende all’occhio della nostra fede, ma dimenticata anche dai buoni cristiani. Rifflettino bene
i “sapienti”: il Rosario è il rito più adatto per aiutate i cristiani a santificare la Domenica la cui lode
empie tutta la liturgia della Chiesa. Difatti tutte le festività del Signore e della Vergine sono
commemorate in quel sacro rito, nei misteri dall’Incarnazione del Verbo, fino alla Pentecoste,
dall’Annunciazione di Maria sino ai trionfi dell’Assunzione così come sono contemplati nei misteri
del Santo Rosario. Quella piccola cordicella, che noi chiamiano rosario, è un fiume d’amore e di
preghiera che va dalla terra al cielo e dal cielo alla terra fino al trono di Maria, e una celeste
fragranza di rose discende dal suo trono e nelle anime dei giusti e dei peccatori torna la pace per
la dolcezza del suo amore. La Vergine Maria si commuove quando i figli della terra Le rammentano
le sue gioie e i suoi dolori, Ella sorride e da quel sorriso, come una fiumana di amore e di grazie,
scende nei cuori di noi suoi figli. Amici miei, amiamo con entusiasmo il Rosario, contempliamo la
verginale vita di Maria che concepì il Verbo, lodiamo il suo nome consacriamoci al suo cuore
Immacolato e non periremo nel combattimento con l’antico serpente, ma avremo la vita
immortale. Padre Pio diceva:<< Uagliò, la corona del Santo Rosario è un’arma: se non spari tu,
spara “quell’altro>>.
“Anna”

Lascia un commento